Non lasciarmi
Tutti hanno iniziato il romanzo; qualcuno l’ha abbandonato,
altri lo hanno ripreso in mano dopo una pausa, altri ancora
hanno preferito dedicarsi alla versione cinematografica.
Il colore dominante, in questo romanzo complesso, profondo,
struggente e di difficile comprensione, è il grigio.
Chi si aspettava che alla fine succedesse qualcosa è rimasto
deluso.
Non c’è nessun colpo di scena, nessuna ribellione; il destino
dei cloni di donare gli organi ed “essere terminati” si compie,
inesorabilmente.
continua su Millefogli Convivio di lettura
Il sapore del testo: Paté marchigiano
Perché questa ricetta?
Per i Romani il paté era un piatto esclusivo e raffinato, tanto che
la nostra parola “fegato” deriva dal latino, ma non dal termine che
indicava l’organo bensì da ficatum, che era il fegato degli animali che
si ingozzavano con i fichi per preparare il paté. Un piatto scelto per
sdrammatizzare gli effetti di una lettura assai inquietante e che ci
rimanda in modo ironico alla “preziosità” degli organi interni.
Aneddoto
Renzo, quando doveva catturare la sua preda amorosa, dava il via alla
danza dei fegatini che inebriavano di profumi la stanza; si mostrava così
in tutta la sua amabile rudezza e difficile era resistere a tanto morbido
paté dai mancati francesismi. Non ti resta che cercare una preda.