Ogni cosa è illuminata
Il libro è stato considerato dalla maggioranza di difficile lettura.
Molti non l’hanno terminato, respinti da una scrittura ritenuta
troppo sperimentale, in alcune parti ridondante di riferimenti,
picaresca. Soprattutto la parte iniziale del libro è risultata
particolarmente faticosa da questo punto di vista.
Il giovanissimo scrittore ha spiazzato i lettori: “O è un pazzo, o
è un genio”, hanno commentato. Per lo più hanno concordato
sul genio, provando anche una certa invidia per il ventenne.
La linea narrativa che si svolge nel ‘700 e che attinge dalla
tradizione yiddish, o più precisamente chassidica, secondo
alcuni è troppo lunga e fantasiosa, risultando così pesante.
Nonostante questo, la descrizione del rapporto di Brod con il
non-padre è molto poetica.
continua su Millefogli Convivio di lettura
Il sapore del testo: Banitsa
Perché questa ricetta?
Ogni cosa è illuminata è la storia di un viaggio di un giovane ebreo
americano in Ucraina alla ricerca del passato; un viaggio nella
memoria, si potrebbe dire. Il protagonista viene aiutato nella sua
indagine da un ragazzo ucraino, Alex, personificazione vivida
dell’Europa orientale vista dall’occhio occidentale. Un piatto bulgaro,
quindi, è l’ideale per gettare un ponte sensoriale verso l’Est.
Aneddoto
Questa ricetta tradizionale bulgara mi è stata insegnata da mio cognato
Rado. Per il nuovo anno si scrivono delle frasi di buon augurio che
vengono avvolte nella stagnola e aggiunte assieme alla feta: in questo
modo ogni commensale troverà nella sua porzione una frase che definirà
il nuovo anno.