L'arminuta
Libro letto e finito da tutti.
Questa storia, ben narrata dalla scrittrice che nel 2017
ha ricevuto il premio Campiello, è stata accolta in modo prevalentemente
positivo. È piaciuto, in particolare, il personaggio
della sorella dell’Arminuta, Adriana, che i lettori del
gruppo hanno definito “incontinente e sfrontata, luminosa,
un fiore raro attaccato alla roccia”.
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Il sapore del testo: Parmigiana
Perché questa ricetta?
Nel libro, è delizioso il ricamo con le parole fatto attorno alla
parmigiana, piatto della terra, antico, pietanza che fa famiglia,
nonostante tutto. La parmigiana per l’Arminuta è un simbolo
importante: è il piatto che le offre la mamma della sua amica
benestante per farle piacere, per farla sentire accolta. Ma è una
parmigiana comprata in rosticceria, non fatta in casa con amore dalla
propria madre. Questo dettaglio, per chi conosce la vera parmigiana,
non è trascurabile; è un particolare che conferisce una nota di dolorosa
tristezza all’episodio narrato nel libro, quasi che per l’Arminuta la
vera accoglienza del calore familiare, della madre, fosse una chimera
impossibile da raggiungere.
Aneddoto
Credo che quello che vi sto per raccontare sia capitato a tutte le ragazze
napoletane. Ero a dieta, e fui invitata a pranzo dalla mia futura suocera;
avevo appena iniziato a frequentare la casa del mio futuro marito.
Passai tutto il pasto a chiedere porzioni meno generose, finché arrivò
per contorno la parmigiana. Avevo mangiato tutto, stavo per dire che ero
sazia e avrei fatto a meno di quella pietanza, quando mia suocera disse:
“Di questa porzione adesso non puoi dire nulla, è tutta verdura…e la verdura
a dieta si può mangiare!”