PASTICCIO ALLA TREVISANA
dalla cucina di : Paola
categoria : primo
libro di riferimento : La parete, di Marlen Haushofer
tempo di preparazione : 1h e 10’ + 30’ per il riposo della pasta
tempo di cottura : 50'
porzioni : 8 persone
INGREDIENTI
- 8 cespi di radicchio trevisano, “radicio” per chi se ne intende
- 2 cipolle
- 2 spicchi d’aglio
- 2 cucchiai di paté di olive nere
- 10 capperi sotto sale
- 5 filetti di acciuga sott’olio (da levare per un piatto vegetariano)
- olio extravergine d’oliva
- pepe q.b.
- 5 foglie di salvia
- pan grattato
- 50 g di burro
- parmigiano reggiano da grattugiare a piacere
Per la besciamella:
- 1.5 L di latte intero
- 150 g di burro
- 150 g di farina
- 150 g di parmigiano reggiano grattugiato
- noce moscata
Per le sfoglie di pasta fresca rustica:
- 300 g di farina di semola
- 2 uova
- 1 cucchiaio d’acqua tiepida
- 3 g di sale
PREPARAZIONE
Lava il radicio e ammira i suoi toni rosso Merlot. Goditi il croccare
delle foglie al taglio e ricava pezzi da 3 cm di lunghezza. Scarta il torso.
Tieni da parte qualche punta di foglia per la decorazione, sembreranno
unghie graffianti. In una padella ampia scalda l’olio, aggiungi aglio,
cipolla a fettine e quindi il radicio tagliato. Tenderà a fare l’acqua ed
è per questo che il fuoco deve essere vivacissimo. Quando sarà quasi
cotto aggiungi il paté d’olive, i capperi tritati, i filetti d’acciuga e lascia
sul fuoco ancora qualche minuto. Non temere di buttare un po’ di
liquido di risulta se il radicchio piange molto.
Prepara la besciamella. In una casseruola fai sciogliere il burro a fuoco
basso. Quando comincia a frizzicare aggiungi a setaccio la farina e
rimesta con cucchiaio di legno. Quando comincia a indorare aggiungi
a filo il latte a temperatura ambiente, sempre rimestando. Continua a
rimestare sino a quando il tutto non si addensa, senza sbadigliare; fa’
in modo che rimanga bella morbida morbida, “all’onda”, come si dice in
gergo marinaresco. È il momento del parmigiano reggiano e della noce
moscata; regolate di sale.
Prepara la pasta fresca. Si sa, ogni nonna ha la sua ricetta perfetta.
Ecco quella di nonna Paola: su un tagliere ampio di legno fate un
vulcano di semola. Una alla volta rompete le uova e sbattete piano
piano. Aggiustate di sale. Mentre la lava d’uovo comincerà a trovare
i suoi rivoli di fuga, intervenite con piglio deciso e impastate,
impastate, impastate. Allungate con acqua al bisogno. Usate le mani
con la forza delle braccia. Quando sarete stanchini avrete creato un
impasto morbido ed elastico. Lasciatelo riposare per 30 minuti in una
marmitta coperta con un canovaccio di lino, in luogo dal giusto tepore
casalingo lontano da correnti d’aria. Trascorso il tempo, tagliate il
panetto in piccoli tocchi e tirate la sfoglia col mattarello lungo 1 metro,
o altrimenti fate come me: usate l’Imperia e sarà un gioco da ragazzi.
Realizzate così i fogli di sfoglia non troppo sottili che terrete a seccare
per qualche minuto.
Quasi ci siamo: in una teglia da forno imburrata e spolverata di pan
grattato adagiate la sfoglia e il ripieno di radicio, la besciamella, una
spruzzata d’olio e via via così a strati sino al colmo. Il pasticcio è buono
e giusto se ben pasticciato, quindi non andate troppo per il sottile.
Per finire all’ultimo strato adagiate un bel foglio di sfoglia,
besciamella, parmigiano grattugiato e fiocchi di burro. Ora abbondate
con unghie di radicchio per decorare, senza dimenticare le foglie
di salvia.
In forno per 50 minuti a 180°C. Se avanza, il giorno seguente sarà un
gran festa.
IL VINO GIUSTO
Vi accingete a cucinare un piatto intrigante e ricco di sapori.
L’amaricante del radicchio e della salvia bilancia le note a tendenza
dolce della salsa besciamella, del burro, della cipolla e del latte intero.
Pepe, parmigiano, noce moscata, capperi, acciughe, paté di olive
esaltano aromaticità, sapidità e speziatura. Un grande vino bianco,
glicerico, intenso e floreale come Il Soave Vigneto Salvarenza
dell’Azienda Gini tamponerà queste note, equilibrando il palato
e stimolando la salivazione.
INGREDIENTE SEGRETO
Il radicio devi prenderlo in inverno, avvolgerlo nei singoli fogli de La
Tribuna di Treviso (dopo averla letta in piazza dei Signori col cicchetto
e lo squalo*) e quindi bagnarlo nelle acque del Sile. Durerà sino a
primavera inoltrata.
*squalo: pane fritto ripieno d’acciuga